Come avevo
già accennato, durante le due settimane di vacanze ho partecipato al tour della
Wep “Northern Territory Adventure Tour” dove in pratica potevi visitare posti
famosi ma soprattutto meravigliosi dell’Australia centrale, posti non facili da
vedere dal momento che sono molto costosi e richiedono anche grandi capacità di
adattamento, spesso anche le famiglie devono dormire in tenda, non sempre si
trovano alberghi. Infatti la maggior parte degli australiani non ci è mai
stata, mentre invece mi fa ancora strano pensare che io sia stata lì, di aver
attraversato letteralmente l’Australia da sud a nord con persone meravigliose.
Ebbene si, questa vacanza è finita questa mattina ma vi giuro che la ricorderò
per sempre: è per ora uno dei ricordi più belli della mia esperienza
australiana. I luoghi erano bellissimi ma ad aver reso speciale questo viaggio
sono state le persone che ho incontrato. In tutto eravamo 48 e la maggioranza
erano italiani (più di 20), tedeschi (che da qui in poi verranno chiamati
“crucchi”, nulla di offensivo ma poi vi spiego perché;), poi c’erano un paio di
messicani, due brasiliane, qualche francese. Voi penserete, che cosa stupida
andare in un tour dove ci sono solo italiani, così parli solo italiano! Questo
è stato il mio primo pensiero ma poi ho cambiato idea perché uno, parlavo
comunque inglese con gli altri e alcune volte anche con gli italiani in
presenza di ragazzi che venivano da altri paesi così da includerli nella
conversazione, secondo ho parlato più qui che quando sono a Sydney perché per
la prima volta non avevo paura di sbagliare, tutti quanti sbagliavano, nessuno
aveva un inglese perfetto però alla fine ci capivamo, a gesti o magari dicendo
nella propria lingua la parola che non sapevamo dire in inglese. Ecco, devo
ringraziare soprattutto le persone che hanno fatto parte del mio gruppo ovvero
Tomas, Rita, Giordana, Vittoria, Maria Vittoria, Nenne, Maddalena, Luca, Carlo
(detto Tibi), Claudia, Marghe e con l’aggiunta di Marcus che non so perché lo
chiamavamo Finnico (vi ricordate l’amico di Elli, l’exchange finlandese che
avevo incontrato a Sydney? E’ proprio lui!). Senza di loro questo viaggio non
sarebbe stato lo stesso e, nulla contro gli australiani, ma gli italiani non li
batte proprio nessuno! Si vede proprio la differenza tra culture, l’affetto e
la calorosità italiana mi mancava veramente tanto. Insomma queste due settimane
mi servivano proprio per staccare un po’ la solita routine e ricorderò per
sempre tutto questo come uno dei ricordi più belli dei sei mesi. Non mi ero mai
affezionata così tanto a delle persone in due settimane, e vi giuro che adesso
per me non è facile scrivere tutto quello che è successo perchè fa male pensare
che è tutto finito e fa male ancora di più sapere che molte di quelle persone
non le vedrai più perché vivono lontano da te sia in Australia che in Italia.
Sono sicura che molte cose mi dimenticherò di raccontarle, io mi sono annotata
tutto da brava blogger ma ogni singolo momento è stato importante per me, come
guardare le stelle o parlare in siciliano;) Ah, ultima cosa, ho dovuto cambiare
l’url del blog perché come vi avevo detto la Wep l’aveva inserito nella lista
dei blog d leggere e se da una parte sono contenta di questo, dall’ altra no perché
così ho le mani legate e non posso raccontare tutto quello che mi passa per la
testa! Dopo questa “breve” introduzione direi che posso cominciare a raccontare
come sono andate le mie giornate

mappe dell'Australia per farvi capire un po' che giro ho fatto!
Day 1:
Mi sono
svegliata alle 6 perché sebbene l’aereo partisse alle 9.40, Steve (hdad) poteva
darmi un passaggio solo a quell’ora perché poi doveva aprire il golf club. A me
andava benissimo anche perché loro non sono proprio il massimo della puntualità
e quindi preferivo partire prima. Invece per la prima volta alle 6.30 erano già
pronti e io ho dovuto fare la maggior parte delle cose di gran fretta e alla
fine sono uscita senza trucco e senza aver fatto colazione. All’aeroporto mi
hanno accompagnato Steve e Kat che voleva guidare e una volta arrivati lì,
sebbene fossi molto in anticipo, ho trovato un altro ragazzo italiano, Giovanni
(con il quale ho iniziato a parlare in inglese ahahaha) e uno dello staff Ian.
Poco dopo sono arrivati anche altri ragazzi, tra cui Maria Vittoria, che avevo
conosciuto in aereoporto a Roma e Maddalena, che era accanto a me nel volo
Milano-Singapore. E’ arrivata anche un’altra ragazza dello staff, Cinzia, che
aveva fatto la ragazza alla pari a Sydney e sarebbe tornata in Italia pochi
giorni dopo il tour. Al bar ho comprato un muffin perché non avevo fatto
colazione e poi abbiamo fatto il check-in online, mai fatto un check-in più
semplice e tecnologico, in pratica ho inserito il mio nome e poi ecco in
biglietto! Non mi hanno chiesto né il passaporto ne il biglietto che avevo
stampato, delle serie “cose che accadono solo in Australia”. Da Sydney eravamo
circa una decina ma parlando con Ian, ho scoperto che la maggior parte venivano
da Brisbane e poi da Melbourne. Mentre aspettavamo in aeroporto abbiamo
cominciato a parlare della scuola, amici, famiglie. Diciamo che la maggior
parte dei ragazzi che hanno partecipato al tour avevano fatto il plus, eravamo
giusto in 5-6 che avevamo fatto l’exchange. Alle 9.20 ci siamo imbarcati e il
volo non è durato tanto, poco più di due ore, ma per fortuna c’erano gli
schermi per vedere film e serie televisive e ci hanno portato anche qualcosa da
mangiare ovvero una mela (Aussie naturalmente!), un meat pie e poi potevi
scegliere cosa bere. Siamo arrivati all’aeroporto di Alice Springs dove faceva già caldissimo e dove abbiamo
incontrato tutti gli altri, la prima persone che ho visto è stata Nenne che
avevo conosciuto al seminario e con la quale ci avevo parlato su face book perché
fra me e lei non si sapeva chi fosse più informata riguardo al viaggio! Anzi,
alla fine io avevo seguito molto bene le istruzioni che ci avevano dato, altri
ragazzi invece non avevano portato piatti, bicchieri o anche il sacco a pelo!
Saliti sul pullman mi siedo e ad un certo punto un ragazzo (italiano perché l’avevo
sentito parlare) si gira e mi fa: “Io credo di conoscerti!”. Era Tomas, un
ragazzo che avevo incontrato diverse volte a Roma perché abbiamo amici in
comune, si ci salutavamo ma nulla di più, eppure trovare una faccia conosciuta
è stata una cosa bellissima!! Io non l’avevo riconosciuto perché indossava gli
occhiali e si era tinto i capelli marrone scuro (ahaha una cavolata che aveva
fatto con il suo host-brother tedesco Sebastian, vi dico solo che
originariamente erano entrambi biondi, poi si sono tinti blu tanto che venivano
chiamati “Blue-brothers” e poi alla fine avevano fatto la tinta marrone scuro
per rimediare a quella blu!). Insieme a lui c’era una ragazza, Rita, che va
nella sua stessa scuola in Australia. Molta gente (soprattutto quelli che hanno
fatto il plus) si conoscevano già perché vanno nelle stesse scuole in Australia.
Da quel che ho capito la Wep fornisce un elenco di scuole in modo che tu possa
scegliere dove andare ma allo stesso tempo trovi tanta gente internazionale,
sia italiani sia persone da tutto il mondo. Da una parte penso che sia bello
avere qualcuno del tuo stesso paese o comunque un’ internazionale, dall’ altra
parte lo scopo di quest’esperienza è imparare una nuova cultura, interagire con
nuove persone anche se, per esperienza, posso dirvi che non è sempre tutto rose
e fiori. Alla fine però preferisco stare da sola perché molti dei ragazzi che
avevano fatto il plus, hanno legato solo con i vari internazionali e non con
gli australiani e alla fine non parlavano nemmeno tanto l’inglese ma solo la
loro madrelingua. Non so come sono arrivata a parlare di questo ma comunque
Tomas e Rita erano delle “pecorelle nere” ovvero lui era con YouAbraod e lei
con STS però erano venuti con noi perché l’host-brother tedesco di Tomas è con
la Wep allora la loro coordinatrice li ha mandati tutti insieme. In pullman ho
parlato soprattutto con loro anche perché siamo stati 5 ore (che mi sembrava
tanto all’inizio ma poi ci ho fatto l’abitudine!) fino ad arrivare nella città
di Alice Springs dove ci siamo fermati per pranzare (Maccas c’è anche in mezzo
al desertoxD), comprare acqua, cibo e quello che ci mancava. Dopo questa pausa
abbiamo ripreso il pullman e io non mi sentivo molto bene, forse per il caldo o
la stanchezza però ho preso una bustina di zucchero (che mi sono portata sempre
dietro perché con il caldo che faceva era possibile sentirsi male) e mi sono
subito sentita meglio. Arrivati al camping l’autista, che si chiama Dug, ci ha
mostrato come montare una tenda e io sono capitata in coppia con una
finlandese, Elli, che alla fine si è rivelata simpaticissima! Vi dico solo che
lei è stata l’unica a portare oltre al borsone della Wep un’altra valigia perché
come mi ha detto lei “non entrava tutto dentro ad una sola” ahahaha. Dopo aver
montato le tende, era ormai buio e quindi abbiamo subito cenato con una zuppa,
tacos più dei dolci tipo biscotti, lamingtons e frutta. Teoricamente eravamo
divisi in gruppi per fare dei lavori tipo pulire il pullman o aiutare la cuoca
a lavare le pentole, praticamente nessuno ha mai seguito alla lettera i turni
quindi c’era solo un grande casino ahaha! Io non ero nemmeno nella lista dei
gruppi quindi non mi hanno mai chiamato;) Dopo cena ci siamo cambiati e lavati,
poi io, Tomas e Rita siamo andati in una sala dove si possono fare le lavatrici
perché dovevamo caricare i telefoni. Alla fine stanchi morti siamo andati a
dormire. Quella è stata l’unica notte dove ha fatto un po’ freddo ma nemmeno
tanto, mentre invece ci sono state certe volte in cui dormivo solo in
canottiera ma morivo di caldo! Mi sono pentita tantissimo di aver portato molti
vestiti invernali che non ho mai usato, tipo la giacca con cui volendo si
potrebbe sciare -.- o anche i pantaloni lunghi! Mannaggia alla Wep che diceva
che avrebbero fatto -5 gradi di notte..
appena arrivata ad Alice Springs!
Day 2:
Sveglia alle
5.30 (trauma) per fortuna che per colazione oltre ai cereali, frutta.. c’erano
anche i pancakes!! I pancakes alla nutella di prima mattina ci stavano tutti!La
mattina siamo andati a vedere Uluru (l’abbiamo visto diverse volte nell’arco
della giornata perché cambia colore a seconda dell’ora). Che dire, è spettacolare!
Non c’è nulla per kilometri, solo deserto e poi ad un certo punto vedi quest’incredibile
roccia che spunta fuori e già da lontano sembra enorme. Quando ti trovi ai
piedi lo è ancora di più! Abbiamo fatto tantissime foto e poi abbiamo visitato
un Cultural Centre dedicato all’arte aborigena. Dopo il museo abbiamo dovuto
fare una deviazione per l’aeroporto di Uluru per prendere quattro ragazzi che
il giorno prima avevano perso la coincidenza per Alice Springs. Prima di pranzo
ci hanno portato in un altro “centro commerciale” dove abbiamo veramente
comprato di tutto tra caramelle gommose, snakes, biscotti Anzac e quelli
Kingston (che mi ha fatto scoprire TomasJ ), pistacchi.. la cosa bella è che
alla fine tutti noi del gruppo (soprannominato il “simpi group”) mettevamo in
comune le cose, quindi in pullman ogni volta che si apriva un nuovo pacco di
lollies si cominciava subito a distribuire a tutti! Sembra una cavolata ma non
lo è per niente perché come mi hanno detto gli altri (per fortuna per me non è
stato assolutamente così) gli australiani non tendono a dividere o ad offrire
le cose, molte ragazze quando vanno a cena fuori con la loro famiglia pagano la
propria parte anche se è tipo una cena di compleanno! E’ bello confrontarsi con
gli altri perché cominci ad apprezzare veramente quello che hai: ok, è vero,
alcune volte le mie sorelle sono dei misteri, però la mia famiglia è sempre
stata generosissima nei miei confronti e se devo fare un bilancio tra le cose
positive e quelle negative, direi che quelle positive sono nettamente di più!:)
Per pranzo siamo tornati al campo dove la cuoca (Emily) aveva cucinato gli
hamburger. Dopo pranzo, siccome c’era un po’ di tempo libero sono andata in
piscina con Tomas e Rita dove poi ho incontrato anche altri del nostro gruppo.
In tutti i campeggi dove sono stata questi giorni (eccetto uno) c’era la
piscina e ci voleva proprio con il caldo che faceva! Quando infatti siamo
usciti dopo cinque minuti eravamo già tutti asciugati! La temperatura quel
giorno era molto calda, il picco è stato 37 gradi e infatti il pomeriggio,
quando siamo tornati a Uluru, non abbiamo potuto fare la scalata. Ti
sconsigliano già in partenza di farla perché è un luogo sacro e poi se la temperatura va oltre i 36 gradi i ranger
chiudono proprio il percorso. Io ci sono rimasta malissimo come anche Tomas perché
quante volte nella vita ti capita di andare a Uluru? Però in compenso abbiamo
fatto tutto un giro ai piedi della montagna dove abbiamo potuto vedere anche
dei dipinti aborigeni sulle pareti delle rocce. Dopo l’autista ci ha portato in
una sorta di piazzola dove c’erano già altri gruppi che aspettavano il
tramonto: vedere Uluru con il sunset è stato bellissimo perché si vede
facilmente come cambiano i colori con il passare dei minuti, dall’arancione
intenso, si passa al rosso e poi al marrone. Siamo stati lì una mezz’oretta e
intanto abbiamo fatto una sorta di aperitivo con formaggio, tacos, olive,
carote e sedano. Era tutto perfetto se non fosse stato per i moscerini che ci
hanno inseguiti tutto il giorno anche nel camping. Ahahah noi abbiamo dato la
colpa a Tomas che aveva usato il gel all’ananas per capelli e infatti ne aveva
tantissimi intorno alla testa! Siamo tornati al campo dove abbiamo cenato,
abbiamo fatto le docce e poi ci siamo messi a giocare ad un gioco che si chiama
“Ninja”, in pratica devi colpire la mano del tuo avversario facendo solo una
mossa e si sta tutti in cerchio quindi devi stare attento a tutti quelli che ti
stanno accanto. Teoricamente per tutta la durata del campo il coprifuoco era
alle 10, ma di fatto nessuno lo rispettava perché l’importante era che non
facevi casino in modo da non svegliare gli altri gruppi che dormivano in tenda
(c’era una classe da Melbourne che abbiamo incontrato parecchie volte e avevano
sempre il coprifuoco alle 9 però loro lo dovevano rispettare per davvero
ahaha). Alla fine sono andata a dormire stanca morta anche perché con la mia
fantastica torcia di Toy Story pagata 5 dollari non vedevo più di tanto e
quindi ci mettevo sempre le ere per trovare i vestiti e mettere tutto in ordine
(ordine che è durato i primi due giorni, alla fine per la disperazione buttavo
tutto dentro e le cose più ingombranti che non usavo tipo la giacca o le scarpe chiuse a volte le
lasciavo dentro al pullman)
Io e Tomas
Rita ed io
Tutto il gruppo di fronte all'Uluru
Aspettando il tramonto:)
Durante il tramonto cambia totalmente colore!
Sunset *.*
Day 3:
Ci siamo
svegliati alle 6 perché abbiamo dovuto smontare le tende, preparaci, fare
colazione e così verso le 8 siamo partiti alla volta di Kings Canyon! Dopo due
ore di pullman siamo arrivati al campo. Durante questo tour abbiamo passato
molte ore in pullman ma non sono state per niente pesanti perché dormivamo la
maggior parte del tempo per recuperare un po’ di sonno,oppure guardavamo fuori
(il paesaggio è sempre stato pazzesco!) oppure.. disco bus!! Diciamo che noi
italiani e soprattutto il gruppo simpi (c’erano anche altri italiani ma non
siamo mai stati con loro) abbiamo animato il viaggio sempre tanto che alla fine
ci odiavano tutti (ahaha non just kidding, ci volevano tutti bene anche perché senza
di noi sarebbe stato veramente noioso;). Soprattutto il nostro gruppo andava
mooolto d’accordo con i tedeschi che sono stati soprannominati “crucchi”,
parola che non avevo mai sentito ma che a quanto pare viene usata al nord per
indicare i tedeschi. Loro non erano il massimo della simpatia, stavano sempre
insieme e noi da bravi italiani li abbiamo sempre stuzzicati molto ahahah!
Diciamo che abbiamo dato molto soprannomi durante questa vacanza quindi c’era
il Killer, il Figlio (un tedesco che dimostrava 11 anni) , toppino (una ragazza
tedesca di 15 anni che indossava sempre dei top cortissimi e che pur essendo già fidanzata a Gold coast dopo
due giorni si è messa con un messicano che a quel punto è stato chiamato “Toppone”),
poi c’erano Aereoplano, Io, Big Mama.. non erano stati creati per essere
offensivi ma solo perché spesso non sapendo tutti i nomi ci si riferiva a loro
per qualcosa che avevano fatto o detto e poi gli rimaneva quel nome. Comunque
alla fine siamo arrivati al campo dove sotto il sole cocente abbiamo dovuto
montare le tende ma la cosa più fastidiosa sono stati gli insetti (odio
profondo per i moscerini) che non ti davano pace. Era normale che durante la
cena o il pranzo qualcuno cominciava ad urlare e ad agitarsi diffondendo il
panico generale quando in realtà era solo una falena! Nel campo non c’era campo
(grande battutaxD) ma sinceramente la cosa non mi è dispiaciuta, anzi è stato
bello perché così ci siamo tutti “disintossicati” dal telefono. C’erano però
due tedesche (chiamate “fotomodelle” perché si, erano veramente belle) che per
tutte le due settimane sono sempre state attaccate al telefono e appena
trovavano un posto per ricaricarlo si fermavano lì. Vi dico solo che durante l’ultima
cena, al posto di stare insieme a tutti gli altri, le ho trovate nel bagno del
ristorante che aspettavano che i telefoni si ricaricassero-.- Il pomeriggio
siamo andati a fare una camminata, ci avevano detto di portarci almeno 3 litri
di acqua (io 3 litri non li bevo nemmeno in una settimana ma vabbè) e allora
sono andata nel negozio del camping a comprare un altro litro e mezzo di acqua
per la modica cifra di 7 dollari (ci doveva essere l’oro dentroxD). Teoricamente
si poteva scegliere se fare una camminata più leggera di un’ora oppure una più
lunga, io e Tomas eravamo belli pronti per fare quella lunga quando ci dicono
che anche oggi fa troppo caldo e quindi avremmo fatto tutti quella cortaL E’ stato comunque bello, però alla
fine era poco più di un kilometro quindi ci abbiamo messo molto meno di un’ora,
però faceva veramente caldo, mi stavo sciogliendo, anzi da brava romana “stavo
a fa’ la colla!”. Siamo tornati presto e io, Tomas, Rita, Carlo e Maria
Vittoria abbiamo deciso di andare… in elicottero!!! Io non c’ero mai stata,
neppure gli altri, quindi eravamo tutti eccitatissimi! Abbiamo fatto levare
anche le porte dell’ elicottero infatti quando sono salita c’era un vento
pazzesco e avevo tutti i capelli in faccia, but it was amazing! Dopo il giro in
elicottero, avevamo ancora un po’ di tempo prima di cena e allora siamo andati
in piscina giusto per rinfrescarci. Poi doccia, cena con spaghetti alla
bolognese e gelato. La sera siamo stati con le due brasiliane, simpaticissime,
abbiamo insegnato a loro un po’ di italiano e loro ci hanno detto alcune parole
in portoghese. Una delle sue brasiliane aveva tantissima paura degli insetti e
poverina, andavano tutti su di lei ahahah! Ad un certo punto hanno spento le
luci perché avevano messo per terra una sorta di tappeto di plastica per poter
guardare le stelle, non ci sono parole per descriverle! Avrei voluto tanto
fotografarle, ma nessuna fotografia avrebbe potuto mostrare come sono veramente
quindi ho preferito guardarle in modo da poterle ricordare per sempre! Dopo un po’
ha cominciato a fare freschetto, allora io, Tomas e Rita siamo andati nella
tenda di Rita dove abbiamo mangiato biscotti e Lamingtons con la marmellata
(ancora più buoni di quelli originali!) e abbiamo parlato un po’. Alla fine
sono andata a dormire e mi sembra ovvio che la tenda abbia deciso di cadere.
Ogni tanto infatti succedeva che una tenda cadesse perché i picchetti non
reggevano ma io sono stata l’unica polla a cui è caduta la tenda mentre ero dentro!!
Per fortuna Rita mi ha sentito e insieme a Tomas è venuta in mio aiuto ahaha.
Ecco, bisogna fare un ringraziamento a tutti i ragazzi del campo che hanno
aiutato non solo me ma in generale tutte le ragazze a montare e smontare la
tenda o anche soltanto a picchettarla. Sono stati veramente gentili, anche perché
spesso venivano da soli senza che tu li chiamavi! Comunque dopo aver montato la
tenda sono andata a dormire. Ah, la finlandese (che si chiama Susanna) non è
morta, solo che tornava sempre tardi la sera e quindi parlavamo un po’ e poi
crollavamo tutte e due a dormire
Kings Canyon
Elicottero!!
Vista dall' alto!
Liv
Scusatemi per il rumore, ma è il vento e le pale dell'elicottero!
Che meraviglia tutte queste cose che hai raccontato *-* le foto dll'Uluru sono bellissime, non pensavocambiasse così tanto!!
RispondiEliminaL'unica cosa di tutte quelle che hai descritto che posso capire... Sono le stelle!! Hai ragione, sono indescrivibili e nessuna foto riuscirebbe a renderle bene *-*
Sono contenta che ti sia divertita :) vado a leggere il prossimo post!
Ps: menomale che adesso ilblog funziona xD
Si hai ragione le stelle erano qualcosa di indescrivibile!! Il blog mi ha fatto penare un casino ma per fortuna ora sono riuscito a farlo rifunzionare:) Ti rispondo anche all'altro commento, parlando con gli altri Exchange è venuto fuori che alcuni (non dico tutti perché per fortuna da me non è così) non sono molto disposti a condividere o ad offrire per esempio una ragazza che adora la sua famiglia mi ha detto che una volta ad una cena di compleanno della madre, tutti gli invitati (compresi gli amici della madre) hanno dovuto pagare la propria parte oppure una volta un'altra ragazza aveva portato un pacco enorme di patatine a scuola da dividere e a quanto pare per i suoi compagni era una cosa nuova che qualcuno gli offriva qualcosa! anche a me è sembrato strano perché sia la mia famiglia, sia i miei amici a scuola mi offrono sempre tutto, però ho voluto comunque scriverlo perché la cosa mi aveva colpito!;)
RispondiEliminaAaaaaaah capito ;)
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